giovedì 13 settembre 2012

Alimentazione materna in allattamento

 
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In base alle recenti scoperte scientifiche, si va affermando il concetto secondo il quale abitudini alimentari in periodi precoci della vita, svolgono un ruolo decisivo nello sviluppo di malattie croniche in età adulta.
L’assunzione di determinati nutrienti in “periodi critici” dello sviluppo, programmerebbe l’organismo ad una serie di risposte a lunga distanza e ad una costituzione biologica capaci di fronteggiare lo sviluppo di patologie croniche dell’età adulta come l’Aterosclerosi, l’Obesità, l’Ipertensione, Il Diabete, ecc.
In parole povere la dieta del piccolo condizionerà il destino biologico dell’adulto. Si è visto che il bambino allattato al seno ha una marcia in più rispetto al bambino allattato con latte in formula o, peggio, con latte vaccino. Il primo passo per una corretta alimentazione e per la prevenzione di molte malattie si realizza attraverso l’alimento più antico e naturale nella storia dell’uomo: il latte materno.
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Il latte, più che un alimento, è considerato oggi un sistema biologico, per la presenza non solo di principi nutritivi ma soprattutto per gli elementi non nutritivi come ad esempio gli anticorpi. Il latte materno non solo garantisce al neonato una alimentazione adeguata alle sue specifiche esigenze di crescita e sviluppo armonico, ma favorisce e consolida il magico rapporto tra madre e bambino. Affinché l’allattamento possa produrre gli effetti desiderati è bene che la madre non assuma particolari alimenti e ne riduca il consumo di altri. Alcuni cibi sono da evitare solo perché con il loro sapore altererebbero il gusto del latte, allontanando il bambino dal seno. Altri più subdoli, introdurrebbero per la loro azione nociva alterazioni del metabolismo del bambino, altri ancora appartengono alla vasta famiglia di alimenti liberatori di sostanze il cui consumo potrebbe scatenare un’allergia nel bambino od un quadro clinico similallergico.
PRECAUZIONI PER LA MAMMA ALLERGICA.
Particolari limitazioni alimentari ed una seria profilassi saranno adottati per la mamma atopica affinché non si predisponga il piccolo allattato al seno a sviluppare malattie allergiche. Spesso è chiesto al Pediatra se l’alimentazione della donna durante l’allattamento sia importante ai fini di prevenire lo sviluppo delle malattie allergiche nel bambino. Va ricordato che se la mamma od il papà soffrono di una malattia allergica il rischio di sviluppare allergie nel bambino è di circa il 37%. Il rischio sale al 62% se entrambi i genitori sono atopici. In una mamma allergica l’esclusivo allattamento al seno, riduce significativamente il rischio di sviluppare allergia nel piccolo durante il suo primo anno di vita.
CONSIGLI ALIMENTARI IN GENERALE
Dopo 2 - 3 settimane dal parto, la madre che allatta fornisce in genere al proprio figlio circa 500-600 gr di latte. In seguito alla produzione di latte, la madre perde giornalmente Calcio e Ferro; è utile pertanto che assuma quotidianamente una certa quota di alimenti contenenti tali sostanze. Il calcio è rappresentato in discreta quantità nel latte e nei suoi derivati; per questo motivo tali alimenti non devono mai mancare nella dieta della mamma che allatta a meno che non espressamente sconsigliati per problemi di allergie al bambino.

Per quanto riguarda il ferro, è invece utile una assunzione giornaliera da parte della mamma. Nella dieta è inoltre consigliato che la quota proteica animale (carne, pesce, uova) sia ben rappresentata insieme a verdure varie frutta fresca, pane, pasta, riso, burro, olio. Si raccomanda, inoltre, di assumere più di 2 litri di liquidi al giorno, evitando le bevande gassate e di non sostare in ambienti in cui ristagna fumo di sigarette.
CIBI SCONSIGLIATI
Aglio e Cipolla crudi, Cavolo, Broccoli, Fagioli, Fave, Asparagi, Peperoni, Mandorle, Cocomeri, Rabarbaro, Rape, Prugne, Pesche, Albicocche, Fragole, Ciliegie, Crostacei, Molluschi, Insaccati, Selvaggina, Pomodori verdi.
Sono da evitare cibi piccanti con aggiunta di spezie, le arachidi e la frutta secca.Il vino, la birra, il caffè, il the sono permessi in quantità moderata mentre il fumo è da abolire.
In dettaglio:
I cavoli oltre a contenere sostanze in grado di influenzare la produzione di ormoni tiroidei, conferiscono al latte un sapore sgradevole. Lo stesso discorso vale per aglio e cipolla consumati crudi e per gli asparagi. Le rape sono ricche di una sostanza che inibisce la produzione di sostanze utili allo sviluppo del tessuto nervoso e della retina del piccolo, inoltre sono responsabili dell’insorgenza di coliche addominali.
Il pomodoro, protagonista insostituibile nella dieta mediterranea, rappresenta il vegetale che più spesso fa insorgere orticaria, in quanto è un alimento liberatore di istamina; per tale motivo è da inserire nel gruppo degli alimenti da assumere in quantità limitata. Tra gli alimenti proibiti troviamo, invece il pomodoro acerbo, preferito nelle nostre insalate, in quanto ricco di una sostanza tossica (che sparisce con la maturazione) in grado di causare dolori addominali nel bambino. La patata, tubero di indiscusso valore nutrizionale, non va consumata inverdita in quanto può causare una intossicazione con vomito, gastroenterite, cefalea, sino ad alterazione della respirazione. Le mandorle amare sono spesso utilizzate dall’industria dolciaria per la produzione di amaretti. Esse contengono un potente veleno assimilabile al curaro, (che è presente anche nei semi di mela, albicocca, susina, pesca ecc.). Si è calcolato che la quantità contenuta in 80 noccioli di albicocche è letale per un adulto.
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La selvaggina sarà esclusa dalla dieta della nutrice per diversi motivi, non da ultimo quello dell’impossibilità di conoscere lo stato di salute e le abitudini alimentari dell’animale. A questo proposito va ricordato che le interiora dei volatili oltre a contenere significative quantità di sostanze scatenanti allergie, in particolari periodi dell’anno diventano pericolosi serbatoi di cicuta: questo vegetale, tristemente famoso nella storia per essere stato somministrato a Socrate condannato a morte, contiene un principio velenoso. La pianta di cicuta cresce nei boschi sotto forma di prezzemolo selvatico e di essa si nutrono allodole e talvolta quaglie nel periodo gennaio-febbraio. Questi uccelli, a differenza del grande filosofo, non sono danneggiati dal veleno (e innocuo per il loro organismo) bensì dai pallini dei cacciatori.
L’uso di nitriti e nitrati negli insaccati è finalizzato alla conservazione degli stessi ed al mantenimento del colore. Un elevato contenuto di nitrati si riscontra anche negli spinaci e nelle bietole. Nell’intestino avviene la trasformazione dei nitrati in nitriti grazie all’azione della flora batterica. Nei primi mesi di vita i nitriti sono in grado di trasformare l’emoglobina in metaemoglobina, causando, cianosi e difficoltà respiratoria dovuta a difficoltà di cedere ossigeno ai tessuti. Del resto nei cibi ricchi di nitriti la presenza di amine prodotte dai batteri può portare alla formazione di nitrosamine, le cui potenzialità cancerogene sono da tempo documentate. Crostacei, molluschi, e mitili sono tra i prodotti ittici più allergizzanti e di difficile digeribilità.
 

ALIMENTI DA ASSUMERE IN QUANTITA’ RIDOTTA

Gli alcolici quali vino e birra possono essere concessi solo se limitati ad un bicchiere al giorno, mentre i superalcolici devono essere proibiti dal momento che una quantità elevata di alcool nel sangue può causare nel lattante sedazione del sistema nervoso, vomito, diarrea ed ipoglicemia, nella madre si inibisce la montata lattea e si riduce la quantità di latte prodotta giornalmente.
Tra gli alimenti consentiti in quantità ridotta, ricordiamo bevande quali caffè, the e cola in quanto contengono caffeina (l’1% della caffeina assunta dalla madre passa nel latte).
Vegetali, frutta, formaggi e pesci indicati di seguito, vanno assunti con la raccomandazione alla moderazione in quanto ricchi di additivi e delle sostante scatenanti allergia.
Spinaci, Bietole, Funghi, Pomodori, Agrumi, Fragole, Tonno, Sgombri, Aringhe, Alici, Zuppe di pesce, Salmone, Formaggi fermentati, Fritture.
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Per quanto riguarda la cioccolata, solo dosi giornaliere elevate (sopra i 450 gr) possono causare effetti al neonato. La frutta secca, cereali, legumi secchi, vanno limitati per il rischio di micotossicosi. Prodotti come arachidi e semi vari, risultano particolarmente vulnerabili e facilmente contaminabili da particolari funghi che rilasciano nell’alimento delle tossine ad effetto potenzialmente cancerogeno o che possono simulare nel bambino un quadro similallergico.

 

FARMACI ED ALLATTAMENTO

Un problema che spesso si pone la madre è quello relativo alla assunzione di farmaci durante l'allattamento. In linea generale ci sono alcune regole che bisogna avere sempre presenti:
  1. Limitare al massimo il consumo di farmaci in questo periodo particolare.
  2. Somministrare il farmaco subito dopo la poppata.
  3. Ricordarsi che una certa quantità di farmaco passa nel latte materno; in molti casi la quantità è solo minima, ma in altri la dose presente nel latte può essere notevole.
Tra gli antifebbrili ed antidolorifici è preferibile il PARACETAMOLO o IBUPROFENE purché lo si assuma dopo la poppata.
La somministrazione saltuaria di A.ACETILSALICILICO non è nociva per il lattante.
Sono controindicati purganti e lassativi ad eccezione delle supposte di glicerina o di quelli a base di fibre o di LATTULOSIO.
Nel caso sia necessario assumere degli antibiotici si può assumere penicillina , cefalosporina o macrolidi ma si consiglia preventivamente di prendere contatto con il proprio medico curante.