domenica 20 gennaio 2013

I Pidocchi

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La pediculosi del capo è un’infestazione causata da Pediculus humanus capitis. Questo pidocchio, appartenente alla famiglia Pediculocidae, è un ectoparassita obbligato permanente e strettamente specie-specifico: attua infatti l’intero ciclo vitale sul cuoio capelluto dell’uomo.
 
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Pidocchi che infestano altre specie animali, se trasferiti sull’uomo, non sono in grado di portare a termine il loro ciclo di sviluppo e di conseguenza provocare l’infestazione.
 
 
 
 
 
 
 
Il pidocchio del capo è un ematofago che per sopravvivere succhia il sangue varie volte al giorno (ogni 2-3 ore). Inoltre, non trasmette malattie. Talvolta l’infestazione è asintomatica; nei casi sintomatici è caratterizzata da prurito, che si riscontra in una percentuale molto variabile di pazienti. Il prurito è dovuto sia al morso del pidocchio sulla cute sia alla reazione irritativa-allergica che si sviluppa in seguito alla deposizione della saliva sul cuoio capelluto. Questa reazione impiega giorni o settimane per estrinsecarsi, per cui, quando il prurito si manifesta, l’infestazione è già vecchia.
 Il grattamento può provocare la comparsa di abrasioni ed escoriazioni, che possono sovrainfettarsi. Raramente si può osservare un ingrossamento dei linfonodi regionale. Altre rare localizzazioni sono rappresentate da sopracciglia, ciglia, barba, ascelle, pube. Il ciclo vitale del pidocchio dura circa un mese e si attua attraverso tre stadi, in ognuno dei quali è mantenuta l’ematofagia: uova, ninfa, adulto.
 
 
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Il maschio ha una lunghezza di 2-3 mm, inferiore a quella della femmina (3-4mm).
Le femmine adulte, entro 24 ore dall’accoppiamento, depongono da 4 a 10 uova (lendini) al giorno, eccezionalmente fino a 20. Nel corso della vita, una femmina può deporre complessivamente 55-300 uova.

 




 
 
imagesCAB80RP9Le uova sono visibili ad occhio nudo, avendo una lunghezza di 0.5-1 mm e una larghezza di 0.3 mm. Le lendini sono ovali o piriformi, avvolte in un rivestimento chitinoso indispensabile per la sopravvivenza, inizialmente translucide e saldamente adese al fusto del capello a 3/4 millimetri dalla cute tramite sostanze di natura polisaccaridica. Le lendini sono disposte sul fusto del capello in numero di 2-3, a fila indiana o a grani di rosario.
 
 
 
Esse sono deposte entro pochi millimetri dal cuoio capelluto e, con la crescita del capello, se ne allontanano progressivamente; dopo 7-10 giorni schiudono e diventano ninfe che, dopo altri 7-10 giorni e tre stadi maturativi, si trasformano in adulti. La schiusa delle uova avviene in particolari condizioni ambientali di temperatura ed umidità.
 
 
Se troviamo una lendine  a distanza > 8 mm dalla cute, è vuota o morta. Se le lendini sono a meno di 8 mm fare trattamento.
 
 
    
imagesCAULVDT8Il pidocchio adulto presenta arti con estremità a uncino, che consentono di attaccarsi tenacemente al capello; è in grado di sopravvivere al di fuori dell’ospite per massimo 3/4 giorni. Il pidocchio risiede preferibilmente in prossimità del cuoio capelluto, dove è in grado di muoversi rapidamente (23 cm/minuto).
 
 
 
 
Per questo motivo si consiglia di mettere i giocattoli, pelouches o vestiti in un sacco plastica x 10 giorni.
 
 
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Temperature > 55°C x 5 minuti li uccidono: lavare in lavatrice lenzuola, cuscino e pigiama.
 
 
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La trasmissione dell’infestazione è nella grande maggioranza dei casi diretta e colpisce frequentemente i soggetti che vivono nella stessa famiglia o che frequentano le stesse comunità (asili, scuole, collegi, …). Meno comunemente può essere mediata da oggetti (cappelli, pettini, spazzole, asciugamani, cuscini, cuffie, …) che sono stati recentemente a contatto con persone infestate. Il rischio di trasmissione da parte di pidocchi o di uova trasferiti su suppellettili è insignificante rispetto al rischio di trasmissione interumana: questo è dovuto principalmente al fatto che i pidocchi, al di fuori dell’ospite, vanno incontro a un rapido processo di disidratazione e a una progressiva riduzione dei movimenti, fino all’immobilità. La trasmissione mediante oggetti deve quindi avvenire in tempi molto rapidi.
 
 
La pediculosi del capo è endemica il tutto il mondo. È estremamente difficile disporre di dati epidemiologici completi. Il fenomeno è in continuo incremento anche nei paesi ad elevata industrializzazione. Si stima che nel mondo l’incidenza sia dell’ordine di centinaia di milioni di caso l’anno, con una prevalenza nella popolazione generale dell’1-3%. Negli Stati Uniti sono colpiti ogni anno dai 6 ai 12 milioni di persone. In Europa l’incidenza nei bambini in età scolare varia dal 25% in Gran Bretagna al 49% in Francia. In Italia, una stima indiretta, effettuata sulla base dei prodotti pediculocidi venduti nel 2003, porta a un’incidenza nella popolazione generale del 2.5%. La pediculosi del capo colpisce persone di tutte le età e condizioni socio-economiche; tuttavia, è più frequente nei bambini di età compresa tra i 3 e gli 11 anni, soprattutto di sesso femminile.
 
 
 
untitledStudi su differenti popolazioni negli Stati Uniti hanno evidenziato una maggiore predisposizione dei soggetti Caucasici o Asiatici, rispetto agli Afro-americani. Questo è dovuto soprattutto al fatto che Pediculus humanus capitis si è adattato a vivere soprattutto su capelli cilindrici e a sezione rotondeggiante, come quelli dei Caucasici. Altri possibili fattori “protettivi” nei confronti della pediculosi del capo sono costituiti dal maggior quantitativo di sebo sulla superficie cutanea e dal ph più acido della cute del cuoio capelluto. Nel complesso, si può quindi affermare che la pediculosi del capo è meno frequente negli individui con pelle scura e capelli molto ricci.
 
 
 
L’infestazione è più frequente durante il periodo scolastico. Il clima costituisce quindi un fattore predisponente secondario, sebbene la pediculosi sia più frequente nei climi temperati e caldi: questo è dovuto al fatto che il pidocchio del capo vive meglio alla temperatura di 29-30°C; a temperature inferiori a 25°C il pidocchio non depone le uova. 
 
 
Diagnosi

Spesso la pediculosi del capo non è diagnosticata in modo corretto. Per la diagnosi si ricorre tradizionalmente all’ispezione dei capelli e del cuoio capelluto, che può essere facilitata con una buona illuminazione, una lente di ingrandimento e la separazione dei capelli mediante pettini a denti stretti (distanza tra i singoli denti di 0.3 mm). L’utilizzo del pettine su capelli asciutti o bagnati si è dimostrato in grado di aumentare di quattro volte l’accuratezza diagnostica (25% versus 6%) e di raddoppiare la velocità della diagnosi rispetto al solo esame obiettivo.
 

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I pidocchi si riscontrano con maggiore frequenza in alcuni punti del cuoio capelluto, come la regione retro-auricolare e la nuca. Talvolta, le lendini possono essere confuse con la forfora e con le squame della dermatite seborroica.
I pidocchi e le lendini possono essere osservati facilmente al microscopio. Le lendini possono essere osservate anche con la lampada di Wood: la fluorescenza è grigia nelle lendini vuote e bianca se la ninfa è ancora all’interno.

La presenza delle lendini non deve essere considerata un indice di infestazione attiva, in quanto queste possono persistere anche dopo un trattamento efficace. Non è nota la percentuale delle lendini che completano il ciclo vitale fino a diventare adulti. In uno studio condotto in due scuole della Georgia è stato rilevato che solo il 18% dei bambini (che alla visita iniziale presentava lendini) sviluppava dopo 14 giorni un’infestazione attiva. Erano più colpiti i bambini che presentavano alla visita iniziale un numero di lendini superiore o uguale a 5 (31.8%) rispetto a quelli che ne avevano meno di 5 (7.1%). Il riscontro di un numero elevato di uova in prossimità del cuoio capelluto (entro 6.5 mm) è quindi suggestivo di infestazione attiva.
Non pochi autori sostengono che la diagnosi definitiva di pediculosi del capo debba essere basata unicamente sul riscontro di pidocchi vitali.
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Trattamento Farmacologico
 
  
 NON SI USANO PRODOTTI ANTIACARO PER PREVENIRE MA SOLO PER DEBELLARE UNA  INFESTAZIONE  
 
 
 I prodotti che uso normalmente:
 
  PERMETRINA 
 
 
( NIX crema liquida 1% ) età' superiore ai 6 mesi ! Ripetere la cura dopo 1 settimana.
Prima effettuare il lavaggio della testa con uno shampoo normale. Si asciugano lasciandoli umidi e si usa la crema la crema in quantità tale da ricoprirli completamente per 30 - 60 minuti.
Altri trattamenti : CRUZY shampoo ripetere dopo 5 - 7 giorni (può dare insuccessi) ( età > 6 mesi )
 
 
MALATHION
 
 
AFTIR Gel  applicazione di 20 minuti . ripetere trattamento il giorno dopo e poi una settimana dopo . Dopo fare AFTIR shampoo che stacca le lendini.
Non è nota la sicurezza del farmaco in bambini di età inferiore a 6 anni; data la maggiore permeabilità del cuoio capelluto dei neonati e dei bambini piccoli, l’utilizzo del malathion in questi pazienti è da effettuarsi sotto consiglio medico.
Se capelli lunghi : fare trattamento per 3 giorni consecutivi. AFTIR Shampoo dopo il gel stacca le lendini.   
 
 
Trattamento Naturale
 
 
 
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E' comunque dimostrato che gli oli essenziali, come il Paranix ed il Liceko, sono parimenti efficaci oltre che non tossici, a patto che che qualunque sia il tipo di pediculicida usato, si segua un'attività manuale programmata; per dirla con una sola espressione: olio di gomito, che poi è la terapia della nonna, che quando il nipotino aveva i pidocchi, lo mollava solo quando non vedeva più pidocchi o lendini nel suo pettine fitto.
Spruzzare accuratamente su tutta la chioma fino a renderla molto umida, soprattutto sulla nuca e dietro le orecchie. I pidocchi normalmente vivono in prossimità del cuoio capelluto, ma poiché possono cercare di allontanarsi dallo spray, vanno trattati i capelli su tutta la lunghezza. Massaggiare lo spray sui capelli e il cuoio capelluto per assicurarsi che i capelli vengano coperti completamente dal prodotto. Lasciare agire per almeno 20 minuti.
La quantità di prodotto necessaria per ogni trattamento varia in funzione della lunghezza dei capelli.
Attualmente esiste un pettine metallico incluso in alcune confezioni o acquistabile a parte in farmacia. Quindi dopo aver applicato abbondantemente olio per il tempo prescritto (preferire quelli che devono rimanere per 20 minuti circa), pettinare ciocca per ciocca tutto il capillizio.
Ripetere solo la pettinatura 1 volta al giorno al ritorno dalla scuola, senza applicare nuovamente il prodotto pediculicida, a meno che non saltino fuori con la pettinatura pidocchi semoventi o lendini vitali (marroni).
Dopo 3 pettinature senza sospetti, diradare progressivamente le pettinature e sospenderle dopo una settimana.



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DOMANDE FREQUENTI
         
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1) Ho trovato delle lendini, debbo iniziare il trattamento?
 
 
RISPOSTA
Se la lendine che lei trova è distante dal cuoio capelluto più di un cm. (ma bastano anche 8 mm.) significa o che essa è morta o che si tratta di una lendine vuota. Noi dobbiamo curare le lendini che, essendo più vicine alla pelle, hanno la possibilità di schiudersi per lasciar uscire una ninfa. Non ci interessano quelle distanti.
 
2) Devo limitarmi, visto che ho fatto molti trattamenti (circa 3), a trattare i capelli con l'aceto per togliere le uova dal capo?
 
 
RISPOSTA
Se proprio le vuole levare usi aceto, diluito alla metà, che scioglie la cuticola chitinosa della lendine e la lascia staccare facilmente dal capello utilizzando la pettinessa.
 
3) Ancora trovo dei pidocchi, devo considerarli dei resistenti e trattarli di nuovo con permetrina?
 
 
RISPOSTA
Se lei trova pidocchi veri e propri o lendini vicine al cuoio capelluto vuol dire che effettivamente i trattamenti che lei ha fatto hanno fallito. La permetrina viene considerato il farmaco di scelta per trattare la pediculosi, tuttavia la resistenza a questa sostanza si riscontra sempre più di frequente. Con essa si spiegano le frequenti ricadute alle quali siamo soliti assistere. Sono quindi attese da tutti nuove strategie: fra le tante proposte, l'associazione di permetrina crema all'1% con cotrimossazolo per bocca sembra molto promettente (Hipolito RB et al - Pediatrics 2001, 107:p.e.30). Un centinaio di bambini vengono divisi in 3 gruppi, uno trattato con sola permetrina (due applicazioni per 10 minuti a distanza di una settimana l'una dall'altra), uno con solo cotrimossazolo (10 mg/kg/die in due dosi al giorno per 10 giorni) e il terzo con i due farmaci insieme: a distanza di due settimane i successi sono stati rispettivamente del 79,5%, del 83% e del 95%. Viene concluso che l'associazione di permetrina + cotrimossazolo rappresenta oggi il trattamento più efficace contro i pidocchi della testa; tuttavia nel timore degli effetti collaterali del cotrimossazolo, gli autori consigliano di usarla solo quando gli altri trattamenti abbiano fallito e quando si supponga una resistenza dei pidocchi e sotto stretto controllo medico.
 
4) Un figlio ha i pidocchi, devo fare un trattamento completo contemporaneamente a tutta la famiglia con  lavaggio della biancheria?
 
 
RISPOSTA
Sì è meglio curare tutta la famiglia. Per gli oggetti o le cose, se non è possibile trattarli in acqua a 60° C (capi pregiati,pelouches ecc.), basta tenerli da parte, meglio se in cellofan, per 7-10 giorni.Ogni pidocchio, lontano dal calore del corpo e senza mangiare, muore dopo 3-4 giorni.
 
 
 
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Riammissione scolastica
 
 
 
 
 
 
 
 
 
il bambino può essere riammesso a
scuola “… il giorno dopo il primo
trattamento.
Chi certifica la non contagiosità?
L’avvenuto trattamento è
certificato dal tuo Pediatra
previa dichiarazione del genitore.





  dati tratti da :
Linee guida per la diagnosi e il trattamento della pediculosi del capo con l'egida di ADOI, SIDEMAST, SIDERP e SIP / R. Caputo, A. Giannetti, F. Arcangeli, M. Picardo, S. Veraldi, M. Picca, D. Innocenzi, G. Micali. - In: Esperienze dermatologiche. - ISSN 1128-9155. - 8:4(2006), pp. 213-227.
Prof G Bartolozzi nel forum Pediatria
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