giovedì 31 ottobre 2013

Problemi frequenti con la dentizione

 

Intervenire tempestivamente (in caso di disagi come distacchi di attacchi ortodontici o di fili ortodontici che pungono le mucose) o precocemente, per problemi da intercettare e curare al più presto.

L’ortodonzia può rivestire criterio di urgenza, nel senso che può essere opportuno intervenire tempestivamente nel processo di crescita o nell’instaurarsi di abitudini viziate, e in questi casi si dice che è urgente correggere il processo di crescita oppure che è urgente intervenire sui comportamenti viziati che possono procurare disfunzioni e aggravare il quadro clinico.
Può essere opportuno intervenire tempestivamente in caso di disagi come distacchi di attacchi ortodontici o di fili ortodontici che pungono le mucose. Qualunque sia la situazione clinica che si presenta allo Specialista ci sarà sempre il tempo per i genitori di prendere una decisione ponderata e consapevole.
Per i disagi relativi a distacchi di attacchi o ad archi ortodontici che vanno a ledere le mucose è importante indirizzare il paziente allo Specialista o ad un odontoiatria e, nei casi in cui non si hanno punti di riferimento, sul territorio al Servizio Pubblico.

L’agenesia

Agnesia

È un’anomalia di numero che comporta l’assenza congenita di uno o più elementi dentali.

Per individuare una agenesia bisogna effettuare una radiografia panoramica e procedere alla conta dei germi dentari.
Una agenesia può essere causata da traumi, da processi infettivi, da carenze nutrizionali, da patologie endocrine, può essere associata alla Sindrome di Down ed altre patologie dello sviluppo su base genetica.
Le agenesie singole sono più frequenti nell’incisivo laterale superiore, nel terzo molare inferiore, o nei secondi premolari superiori. Individuata precocemente l’agenesia è possibile preservare lo stato di salute del dente deciduo e gestire gli spazi in funzione di un equilibrio armonico tra i denti.

La carie dei denti da latte o decidui

Cattura

La carie è una malattia infettiva multifattoriale degenerativa che colpisce i tessuti duri del dente estendendosi in profondità e provocando una progressiva demineralizzazione e proteolisi.


Tre sono i fattori principali che possono concorrere allo sviluppo della carie: presenza di streptococco mutans, di lattobacilli e actinomiceti, l’anatomia dei denti o la loro parziale eruzione o l’affollamento che rendono più difficile la pulizia, il flusso salivare, il tipo di saliva  oltre all’igiene orale e l’alimentazione.

 

carie-denti-da-latte


Quando il Ph della saliva scende sotto il valore di 5,2 la saliva si impoverisce di calcio e fosfati e questo ambiente favorisce lo sviluppo dei processi cariosi. Più scende il Ph è più i batteri riescono a proliferare.
L’assunzione di farmaci o altre patologie possono favorire un ambiente acido e agevolare lo sviluppo dei processi cariosi. La collaborazione tra Pediatra e Ortodontista in questi casi è fondamentale perché la tempestività con la quale si portano all’osservazione certe situazioni cliniche (sindromi metaboliche ad esempio) permette di effettuare una adeguata profilassi.
Solitamente la carie non dà immediata sintomatologia dolorosa. Si può avvertire un fastidio o dolore agli stress termici ma quando il dente inizia a dolere significa che il processo carioso è già in fase avanzata ed è riuscito a raggiungere le strutture organiche del dente.
L’alimentazione riveste un ruolo importante: educare i bambini ad un ridotto consumo di zuccheri, evitare l’assunzione eccessiva di carboidrati raffinati in favore di frutta e verdura e contestualmente insegnare e stimolare una corretta e frequente igiene orale.

Le estrazioni precoci

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Alcuni genitori pensano che sia improprio sottoporre i propri figli a cure odontoiatriche in caso di dentizione decidua, in quanto investimento inutile dato che a breve i denti decidui lasciano il posto alla dentizione permanente.
Lo Specialista in Ortodonzia evita di sottoporre il bambino a trattamenti superflui perché effettua il bilancio costi-benefici ai fini del benessere per il piccolo paziente. In alcuni casi può essere opportuno intervenire con otturazione a salvaguardia dell’elemento dentale perché la sua presenza preserva spazi ed equilibrio, in alcuni casi si può evitare l’intervento a causa della mobilità dentale che lascia presumere la perdita a breve ed in altri casi ancora può rendersi necessaria un’estrazione dell’elemento deciduo cariato, sempre sulla base di un attento bilancio costi-benefici fatto da età, funzione, occlusione, ecc

Le fratture e i traumi

 

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I traumi possono essere diretti (quando la causa agisce direttamente sulle strutture che subiranno la lesione) oppure indiretti (quando la causa colpisce violentemente l’arcata mandibolare o mascellare e di conseguenza si verifica la lesione scheletrica o dei denti, o quando un oggetto improprio in bocca a seguito di una caduta può determinare la rottura dell’elemento dentale).
La direzione, la forma dell’oggetto oltre alla velocità di impatto determinano la gravità del traumatismo dentale. I picchi di maggiore frequenza sono tra 1 e 3 anni per la dentizione decidua e tra 8 e 11 anni per la dentatura permanente.
Spesso i traumi comportano lussazioni e/o sublussazioni. Sia per la dentizione decidua che per quella permanente i centrali superiori sono i denti maggiormente coinvolti nel trauma e circa il 10% dei traumi sono imputabili alla pratica sportiva.
La classificazione dei traumi dentali va da lussazione traumatica parziale o totale del dente a parodontite traumatica dei tessuti molli fino alla frattura dentaria.
La lussazione comporta: dolore spontaneo o alla palpazione, tumefazione delle parti molli, mobilità di grado variabile, impotenza funzionale. Nei piccoli pazienti può esserci anche uno spostamento vestibolare o linguale o mesiale o distale con intrusione dell’elemento in caso di sublussazione.
Un dente staccato è un caso urgente. La parola chiave qui è rapidità, ed è indicato anche evitare il panico. Se potete essere dal dentista entro un’ora e il dente “vive” ancora c’è un 90% di possibilità che, se il dentista entro due ore riesce ad impiantare di nuovo il dente, esso sia salvo.

Non conservate il dente in un ambiente secco, come un fazzoletto o un barattolo chiuso. L’ideale è mettere il dente staccato in soluzione fisiologica o nel latte.

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Non toccate la radice, prendetelo dalla corona. Potete pulire la bocca, eventualmente applicare un impacco, ma assolutamente non inserire un batuffolo d’ovatta nella cavità. In caso di frattura della corona avete 36 ore di tempo. Ma la cosa migliore è, anche in questo caso, prendere contatto il più rapidamente possibile con il dentista. È meglio non lasciar riposare un dente spezzato…

 

 

 

Le fratture possono essere coronali (orizzontali o oblique) e radicolari (apicali medie o cervicali) e possono portare a necrosi pulpare.
Nelle fratture coronali, conservando il frammento dentale in ambiente umido è possibile che si riutilizzi con tecnica adesiva.

 

Da "Schede ortodontiche" realizzate da ASIO per i Pediatri.