Un bambino che ha subito traumi durante l'infanzia subisce delle alterazioni a livello biologico che lo predispongono, in età adulta, a sviluppare atteggiamenti aggressivi. I traumi dell'infanzia lasciano un'impronta reale e duratura nel cervello. Lo hanno confermato, per la prima volta con prove scientifiche, i ricercatori svizzeri del Politecnico federale di Losanna, in uno studio pubblicato su Translational Psychiatry. L'equipe di scienziati, guidata da Carmen Sandi, aveva già a disposizione dati, conosciuti da anni, sul fatto che gli individui più violenti hanno subito spesso traumi psicologici durante l'infanzia. I ricercatori, inoltre, erano riusciti ad evidenziare in alcune persone violente alterazioni della cortex orbitofrontale. Rimaneva da stabilire il legame tra l'impronta evidenziata nel cervello e le esperienze negative. Un elemento che è stato possibile confermare nei ratti diventati aggressivi dopo traumi nella fase iniziale dell'esistenza. Negli animali, infatti, i comportamenti violenti erano accompagnati nella maggior parte dei casi da alterazioni fisiche del cervello identiche a quelle osservate negli uomini. Le 'ferite' dell'infanzia, dunque, si trasformano in segno biologico rilevabile nel cervello dell'adulto. "Questa ricerca - spiega Carmen Sandi - mostra chiaramente che le persone esposte a trami da bambini non soffrono solo sul piano psicologico, ma subiscono una reale alterazione a livello cerebrale".
Translational Psychiatry (2013) 3, e216; doi:10.1038/tp.2012.144
Published online 15 January 2013. Peripuberty stress leads to abnormal aggression, altered amygdala and orbitofrontal reactivity and increased prefrontal MAOA gene expression
Published online 15 January 2013. Peripuberty stress leads to abnormal aggression, altered amygdala and orbitofrontal reactivity and increased prefrontal MAOA gene expression